Voci

Davide Nardella, in arte Nardo Dee, è l’autore di Nella mia città, una canzone tributo alla sua Bolzano. Poco dopo l’uscita del singolo, Davide decide di realizzare una seconda versione coinvolgendo oltre trenta tra rapper, artisti e Dj della scena bolzanina. Nasce così Nella mia città – Possetrack Version, una fotografia di Bolzano del 2018 raccontata dagli artisti altoatesini.

Davide, quando hai scoperto il mondo della musica rap? 

Sono nato a Bolzano, ma per molti anni ho vissuto a Milano. Quando sono tornato qui andavo alle medie ed era tutto nuovo per me. Ho fatto molta fatica ad integrarmi con i miei coetanei. Ho iniziato a fare amicizia andando al campo da basket, dove ho iniziato a sentire le prime canzoni rap. Il gioco del basket è molto legato alla cultura hip hop e nei video dei giocatori di basket c’erano in sottofondo delle canzoni rap che mi piacevano moltissimo.  


Ti sei avvicinato alla musica hip hop in strada?  

Sì, nel quartiere Don Bosco. Un giorno vicino al campetto ho trovato dei ragazzi che facevano freestyle e da lì mi sono buttato anche io. Non avevamo nessuna attrezzatura perché era inaccessibile per noi, ma ci bastava una cassa e iniziavamo a fare “battaglie” di rap. 


Cosa ti piace di questa cultura?  

L’hip hop mi ha insegnato tanto. Questa musica ti invita a studiare, perché se vuoi scrivere canzoni rap non puoi avere un vocabolario limitato e questo ti porta a leggere libri, ad acculturarti e a crescere interiormente. L’hip hop mi ha insegnato a guardare le altre culture in maniera positiva e rispettare gli altri. Oggi cerco di tramandare quello che ho imparato ai più giovani e a chi vuole fare questo tipo di musica, perché secondo me il rap mi ha fatto diventare una persona migliore.    


Come nasce l’idea di scrivere la canzone Nella mia città?  

È un tributo alla Città di Bolzano. Nel testo non la nomino mai perché volevo che tutti si potessero rispecchiare nelle mie parole, anche chi non abita qui. Ci sono però dei riferimenti molto specifici del nostro territorio come la frase “strade con due nomi per volere dei nativi della mia città”. Nel videoclip ho voluto raccontare diversi luoghi di Bolzano, come ad esempio viale Europa, Piazza Walther, l’edificio dell’ex Pascoli e altri edifici costruiti in epoca fascista.  


Perché hai deciso di realizzare una seconda versione della canzone?  

Proprio perché nella prima versione non nominavo mai il nome di Bolzano. Era diventata una canzone rappresentativa della città e ho voluto realizzarne una seconda insieme ai rapper e ai dj della scena bolzanina. Per un mese abbiamo allestito uno studio di registrazione a casa mia e ogni artista ha registrato il suo pezzetto di canzone. Abbiamo ripreso la base originale, l’abbiamo remixata e insieme a una trentina di artisti della zona abbiamo creato la possetrack. Ognuno ha scritto delle proprie esperienze a Bolzano e di cosa trova di bello e di brutto nella nostra città.    


Nella posse avete fatto un omaggio alla memoria di un rapper che non c’è più . . .    

Abbiamo inserito anche un pezzo di una canzone di Fabio Danielli, in arte Duedipicche, che è scomparso cinque anni fa. Sembra quasi che lui sia lì con noi. Ci doveva essere. Una posse senza lui non poteva esistere. Senza di lui e il suo negozio Base non sarei ciò che sono adesso. Il video della canzone lo abbiamo registrato proprio nella cantina del Base, un luogo di incontro e confronto creativo per la scena hip hop locale. È un luogo pieno di ricordi.  


Che cos’è per te la Memoria?  

La Memoria è pensare con soddisfazione e con il sorriso ad un proprio successo. È essere consapevole di aver realizzato qualcosa di importante. Fare musica prevede molti momenti bui e porte in faccia, ma quando una canzone finalmente vede la luce tutti i momenti negativi svaniscono dai ricordi. Anche durante la realizzazione di Nella mia città ci sono stati tanti problemi, però quando la canzone è uscita tutte le paure, le ansie e le frustrazioni se ne sono andate. Di questo progetto ho mille ricordi: 900 brutti e 100 belli. Beh, ricordo bene solo quei 100 positivi. Nonostante i momenti tristi e difficili, sono soddisfatto di “aver scattato questa fotografia” di Bolzano.  


Che cos’è per te lAnima?  

È qualcosa che devi nutrire. È qualcosa che devi cercare di far evolvere. Penso che partiamo tutti da uno stesso punto. Secondo me la domanda non è tanto cos’è o cosa non è l’Anima. L’importante è essere consci che abbiamo una parte interiore e cercare di farla accrescere nel miglior modo possibile.